SIMONA FRILLICI
the artist walks on a wire
that divides two words:
the visible
and the invisible
l'artista è equilibrista
cammina su una fune
limite tra due realtà:
il visibile e l'invisibile
man is an image that cannot do without images, 1997 - 2023
l'uomo è un'immagine che non può fare a meno delle immagini, 1997 - 2023
THE IMAGES
(August 26, 1997)
Our lifes are full of images
we reproduce images
we are surrounded by images, we are immersed in images
a reality of images where time and space doesn't exist
through images we can go everywhere.
we are accustomed to images
without depth
everything is close and far, real and unreal
we have the illusion that we can go everywhere
and we can see everything
What is real? What is true?
without weight and without deepness
image
voice
sound
dilated space
the space expands to become deep
and it includes us
the image
it includes us
the sound
it includes us
the sound is the space
(1998)
Images are separate from the body
for a few moments we see double, triple, ...
We lose our balance
We lose our senses
The blurry edges of what surrounds us
What we see begins to lose sharpness
the image begins to decompose
What is the image?
Which is the authentic one?
What is real? What is the matrix?
hundreds and hundreds of copies of the same image,
that originates from a single reality.
image cloning
losing every reference point
we must close our eyes to regain our certainties
and if the images could acquire weight, volume, deepness?
and if the images want to confuse us?
A world that vanishes at every step we take forward,
every attempt to get closer…
and everything changes
the way of thinking has to change,
forced to move with the images
then it changes the way we look
us in front of the world
me and the other part of the world
me and the other
but if the other runs away? if the other disappears to any attempt I make to get closer ?
if the other is playing with me?
I become the other
it’s a game of mirrors and reflections
the mirror in the mirror in the mirror
it’s a game of containers
the box in the box in the box…
THE MIRROR
It shows us to ourselves:
Images
So much so, that accustomed as we are to seeing ourselves
in reflecting surfaces,
if we were to meet ourselves in person, we and
ourselves, perhaps we would not recognise ourselves.
We would be amazed to see how different we are
(how distant the image is from the totality of the object).
It is like knowing the world not directly
but only through images-visual perception.
Knowing the world
Knowing only its reflection in a mirror.
Not the object (object in the sense of that which is other
in relation to the subject) but its reflected
image.
It is like moving from an experience in three-dimensional
space to an approach with a
two-dimensional flat surface.
Through the mirror we can see
points of view that otherwise we could not….
Like ourselves. Subject that observes and, at the same
time, object that is observed.
“…. Transforming an object into an image….
depriving it one by one of all its dimensions:
weight, form, scent, depth, time,
continuity, meaning….”
(J. Baudrillard)
THE SHELL (1997)
The appearance
Still the image
What remains
Of a reality we cannot bring closer
Which we cannot get to know
Which escapes. Moves away
It is active and not passive confronted with the
subject which observes….
It is active and not passive confronted with the
subject that moves in it….
The subject observes from the outside
The subject is also inside that which is
observing
“Walking is not crossing space
but pushing the space under one’s feet”
LE IMMAGINI
(26 agosto 1997)
Viviamo di immagini
Riproduciamo le immagini
Ciò che vediamo è una realtà di immagini
Che non conosce tempo né spazio.
Con le immagini andiamo ovunque,
in ogni situazione.
Abituati alle immagini
Senza spessore
Tutto è vicino e lontano
Tutto è reale, ed irreale.
Tutto è possibile raggiungere
Tutto è possibile vedere
Cosa è reale?
Cosa è vero?
Niente ha una collocazione o un peso
Immagine
Voce
Suono
Spazio dilatato
Senza peso. Senza spessore.
Si dilata fino ad avere profondità.
Ci ingloba
L’immagine
Ci ingloba
Il suono
Ci ingloba
Il suono è spazio
(1998)
Le immagini si separano dai corpi e per pochi istanti vediamo doppio, triplo,…
Perdiamo l’equilibrio
Perdiamo senso
I contorni sfumati di ciò che è intorno
Ciò che vediamo comincia a perdere nitidezza
A sgranarsi l’immagine
Qual è l’immagine?
Qual è l’originale?
Qual è la realtà?
Qual è la matrice?
Centinaia e centinaia di copie della stessa immagine, che hanno origine da un'unica realtà.
Clonare
Clonazione d’immagine
Perdere ogni punto di riferimento
Dovremmo chiudere gli occhi per ritrovare le nostre certezze
E se le immagini avessero volume, peso, sostanza?
E se le immagini volessero confonderci e confonderci?
Un mondo che svanisce ad ogni nostro passo in avanti,
ad ogni tentativo di avvicinarci…
E tutto cambia
Allora il pensiero è costretto a cambiare
a muoversi con le immagini
Allora cambia il guardare
Noi di fronte al mondo
Io e il resto del mondo
Io e l’altro
Ma se l’altro sfugge? Ma se l’altro si dissolve ad ogni tentativo di afferrare?
Ma se l’altro si prende gioco, vuole giocare con noi?
Noi diventiamo l’altro
Io divento l’altro
E’ un gioco di specchi
Lo specchio nello specchio nello specchio
LO SPECCHIO
Fa vedere noi stessi a noi stessi:
Immagini
Tanto che, abituati come siamo a vederci
in superfici specchianti,
se ci incontrassimo fisicamente, noi e
noi stessi, forse non ci riconosceremmo.
Ci stupiremmo nel vedere quanto siamo diversi
(quanto l’immagine è lontana dalla totalità dell’oggetto).
E’ come conoscere il mondo non direttamente
ma solo tramite immagini-percezione visiva.
Conoscere il mondo
Conoscere solo il suo riflesso in uno specchio.
Non l’oggetto ( oggetto nel senso di ciò che è
altro rispetto al soggetto ) ma la sua immagine
riflessa.
E’ come passare dall’esperienza nello spazio
tridimensionale ad un approccio con una
piatta superficie bidimensionale.
Tramite lo specchio possiamo vedere
punti di vista che altrimenti non potremmo….
Come noi stessi. Soggetto che osserva e, nello stesso
tempo, oggetto che è osservato.
“….Trasformare un oggetto in un’ immagine….
privarlo una ad una di tutte le sue dimensioni:
il peso, la forma, il profumo, la profondità, il tempo,
la continuità, il significato…”
( J. Baudrillard)
GUSCI (1997)
L’apparenza
Ancora l’immagine
Ciò che rimane
Di una realtà che non possiamo avvicinare
Che non possiamo conoscere
Che sfugge. Si allontana
E’attiva e non passiva di fronte al
soggetto che osserva…..
E’attiva e non passiva di fronte al
soggetto che si muove in essa….
Il soggetto è fuori che osserva
Il soggetto è anche dentro ciò che sta
osservando
“Camminare non è attraversare lo spazio
ma spingere lo spazio sotto i propri piedi”